PIAZZA VENEZIA
La piazza
L'aspetto attuale della piazza deriva largamente dagli interventi di demolizione e ricostruzione realizzati tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento in seguito alla costruzione del Vittoriano, costruito appunto a cavallo dei due secoli, colossale monumento a Vittorio Emanuele II, spesso per metonimia identificato con l'Altare della Patria, che ne è la parte centrale, quella dove poi - nel 1921- fu inumato il Milite ignoto.Siccome l'enorme monumento - alto quanto la torre del Palazzo Senatorio - doveva dominare la piazza e segnalare che l'estetica monumentale umbertina era tutt'altra cosa da quella romana storica tutta nutrita di travertino, si decise nonostante l'opposizione degli architetti di rivestirlo tutto di marmo botticino (marmo bresciano mai usato a Roma prima che ne decretasse l'uso monumentale il bresciano ministro Giuseppe Zanardelli - e mai più dopo); per fargli spazio furono inoltre abbattute costruzioni di varia antichità situate sul colle del Campidoglio, dal medioevale convento dell'Aracoeli con i suoi chiostri, alla Torre di Paolo III (costruita nel 1534-1542, era collegata al palazzetto Venezia da un camminamento simile al Corridore di Borgo). Fu demolito anche palazzo Torlonia, che si affacciava sulla piazza ed era ritenuto uno dei più belli di Roma; queste demolizioni furono ritenute necessarie per adeguare le dimensioni della piazza alla presenza del Vittoriano e per conferirle una forma simmetrica. Si salvò infine dalla demolizione, ma venne spostato nell'immediata vigilia dell'inaugurazione (1911) il palazzetto Venezia che, saldato all'angolo sudorientale di palazzo Venezia si frapponeva tra il monumento e la piazza.
Sul lato ovest è la facciata del Palazzo Venezia, che fu inizialmente sede pontificia: papa Giulio II assisteva dal balcone del palazzo alla corsa dei cavalli barberi, che fino al 1883 si disputava lungo via del Corso e terminava nei pressi della piazza, nella scomparsa via della Ripresa dei barberi. Successivamente, dal 1564 al 1797, ospitò la rappresentanza veneziana presso lo Stato Pontificio. Quando il Congresso di Vienna assegnò agli Asburgo i territori della Serenissima, anche il palazzo seguì la stessa sorte e funse da ambasciata dell'Impero Austro-Ungarico fino al 1914, quando fu confiscato dallo Stato. Nel 1929 Benito Mussolini lo scelse come sede del Governo e dal balcone pronunciava i suoi discorsi alle "adunate oceaniche" fasciste. Per questa ragione, la piazza, che in quegli anni era sentita come il centro della città, fu proclamata "Foro d'Italia".
Oltre a Palazzo Venezia, della sistemazione originaria della piazza si è conservato il lato nord con il Palazzo Bonaparte, dove visse dal 1818 fino alla morte Letizia Ramolino, madre di Napoleone. Dietro il balconcino coperto (detto "mignano") che ancora oggi si fa notare sull'angolo con via del Corso, la vecchia signora - che faceva vita ritiratissima - passava le giornate osservando la vita della piazza sottostante (allora assai più stretta e irregolare). Quando, molto vecchia, era divenuta cieca non rinunciò al suo passatempo, e si faceva raccontare la vita di strada dalla sua governante.
Durante il periodo natalizio nella piazza è collocato un grande abete decorato (spostato dal 2006 a piazza del Colosseo di fronte all'uscita della metro Colosseo a causa dei lavori di costruzione della nuova linea di metropolitana), mentre all'incrocio con via del Corso la pedana rialzata per i vigili urbani è da anni elemento di ispirazione per molti film e spot pubblicitari, da Vacanze romane di William Wyler a To Rome with Love di Woody Allen che ha diretto la scena iniziale con Pierluigi Marchionne, effettivo vigile della Polizia Roma Capitale.
A inizio di settembre 2009 era stata proposta la reintitolazione come «piazza dell'Unità d'Italia» nel 2011, in occasione del 150º anniversario della proclamazione del Regno d'Italia, proposta poi bocciata. (https://it.wikipedia.org)
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